Se pensate di usare l’Apple Watch per tenervi in forma fate bene, visto che si tratta di uno degli strumenti più completi per fitness e forma fisica, ma non fidatevi troppo dei messaggi sul consumo delle calorie.
Secondo un’approfondita ricerca condotta all’Università del Mississippi dal professor Minsoo Kang, sport analytics, e dal dottorando Ju-Pil Choe, il sistema che tiene traccia di questo parametro è largamente impreciso. Presenta infatti un errore medio del 27,96%, ben al di sopra della soglia di affidabilità generalmente accettata (10%).
L’errore è stato riscontrato in ogni attività testata – camminata, corsa, ciclismo, allenamenti a intensità mista – e in tutti i profili di utenti, inclusi atleti, persone sedentarie e pazienti in recupero post-operatorio.
Il risultato è che anche un allenamento ben condotto può restituire una stima ottimista. E chi imposta la propria dieta sulle calorie indicate dal dispositivo rischia di introdurre più energia del necessario, vanificando l’obiettivo di mantenimento o dimagrimento.
Lo studio è particolarmente affidabile perché i due studiosi non hanno fatto un test singolo ma rielaborato i dati di molte ricerche precedenti, in questo caso 56, per ottenere una valutazione complessiva più robusta e affidabile.
“Se le persone usano questi dispositivi per prendere decisioni sull’allenamento o addirittura sulla salute, i dati devono essere precisi,” ha sottolineato Choe. “Numeri sbagliati possono portare a confusione, sovrallenamento o a non riconoscere segnali di allarme clinici.”
Perché gli errori sulle calorie sono così frequenti
Va anche detto che il dispendio calorico è una delle metriche più complesse da stimare correttamente. L’Apple Watch – come tutti i wearable – non misura direttamente le calorie, ma le calcola in base a una combinazione di: parametri biometrici inseriti dall’utente (età, peso, sesso), dati rilevati dai sensori (battito cardiaco, accelerometro, movimenti), e modelli predittivi basati su medie statistiche.
Ma questi modelli non tengono conto di variabili chiave, come: il metabolismo individuale, la composizione corporea (massa grassa vs massa muscolare), l’efficienza nei movimenti, le condizioni ambientali, eventuali terapie o situazioni cliniche.
I ricercatori notano però una tendenza positiva: i modelli più recenti dell’Apple Watch sembrano più accurati rispetto ai primi.
“Non possiamo dire che ogni aggiornamento sia una rivoluzione,” ha spiegato Choe, “ma c’è un miglioramento graduale nel tempo. Apple sta raffinando la tecnologia.”
Non strumenti medici, ma buoni compagni di percorso
I risultati sono invece positivi per quanto riguarda la misurazione del battito cardiaco e del numero di passi: l’errore medio riscontrato è del 4,43% per il battito e dell’8,17% per i passi, valori considerati ottimi per i dispositivi indossabili destinati al grande pubblico.
“Mostrare i punti deboli serve a dare feedback reali agli sviluppatori,” ha concluso Kang. “Se sanno cosa non funziona, possono progettare sensori e algoritmi migliori. I nostri risultati possono guidare il miglioramento della tecnologia, per utenti comuni e per il settore sanitario.”
Per tutto vale comunque un ammonimento generale. I dispositivi come Apple Watch “sono strumenti utili per tenere traccia delle abitudini e restare motivati,” ha spiegato Kang, docente di sport analytics. “Ma non bisogna prendere ogni numero come una verità assoluta.”
Soprattutto non devono sostituire strumenti clinici o il giudizio medico, specie quando in gioco ci sono decisioni sanitarie, anche se il loro valore motivazionale resta altissimo. “Pensatelo come una guida, non come un dispositivo diagnostico,” ha detto Kang. “È utile, ma non perfetto.”